commento di Luca Tosti
Lo scorso 13 ottobre è stata pubblicata in seguito al
termine dei lavori della Commissione istituita dalla presidente della
Camera Laura Boldrini, presieduta da professor Rodotà e composta
paritariamente da esperti del settore e parlamentari, la bozza della
Dichiarazione dei Diritti di Internet. Il documento, oggetto di
consultazione pubblica dal 27 ottobre passato, è nato dal bisogno
sempre più forte di tutelare il fruitore di un vasto mondo come
Internet e allo stesso tempo per il fatto di diversificare questo
grande e nuovo strumento dagli altri media e attraverso cui ci
informiamo o comunque ci serviamo per diversi motivi nella vita
quotidiana. La Carta è composta da un preambolo e 14 articoli che
spaziano dal Diritto di accesso, a quello riguardante la Tutela dei
dati personali, dal Diritto all’Identità a quello all’anonimato,
passando per il diritto all’Oblio fino ad arrivare a quello che in
questo elaborato prenderemo in esame in maniera approfondita, ovvero
l’Articolo 13 riguardante il Diritto all’Educazione. Nel
preambolo della “Carta”, si spiega come Internet abbia
rivoluzionato in toto il mondo della comunicazione e della gestione
delle informazioni che circolano nella rete, abbattendo o meglio,
ridefinendo, lo spazio pubblico con quello privato , modificando
l’organizzazione stessa del lavoro, garantendo un intervento
diretto e immediato degli stessi fruitori all’interno della sfera
pubblica. Internet, in quanto risorsa globale, deve essere dunque
regolato basandosi su fattori imprescindibili come la libertà di
manifestazione del pensiero, uguaglianza, la diversità e il rispetto
della persona affinchè sia garantito al meglio il funzionamento
democratico dell’intero sistema. Andiamo quindi a concentrarci come
anticipato precedentemente su uno degli articoli che compongono il
testo, ovvero l’Articolo 13.
Di cosa parla l’Articolo 13 della Carta, e il
perchè della sua importanza
L’Articolo 13 della Dichiarazione dei Diritti di
Internet chiarisce come ogni persona abbia il diritto di acquisire le
giuste capacità per poter utilizzare Internet nel più consapevole
dei modi , in maniera attiva e alo stesso tempo, cosa non meno
importante, utilizzarlo in maniera corretta e nel rispetto pieno
delle regole e degli altri fruitori che hanno accesso alla rete.
Questo punto della Dichiarazione costituisce come si legge dallo
stesso testo, un elemento essenziale per garantire l’effettività
del diritto di accesso e della tutela delle persone, l’Educazione
in Internet è inoltre promosso e dalla istituzioni stesse
attraverso attività rivolte sia agli studenti e all’intero sistema
scolastico in generale, come anche agli adulti, fino a toccare anche
le imprese che sempre più hanno a che fare con Internet nello
svolgere il proprio mestiere. Saper capire e utilizzare al meglio una
grande risorsa come Internet è fondamentale al fine di garantire
equità e pari opportunità di crescita individuale e collettiva, un
riequilibrio del potere sulla rete tra vari soggetti come cittadini,
istituzioni o attori economici. Con l’inserimento del Diritto
dell’educazione si spera anche di prevenire discriminazioni e
comportamenti lesivi delle libertà altrui.
Questo punto è davvero quello più cruciale di tutta la
carta dei diritti: La frontiera più reale, la più sentita, quella
con cui più spesso il fruitore o la giustizia italiana si trova a
fare i conti è l’educazione, che di questi tempi si può definire
come vera e propria “etica informatica”, che porti ad istruire il
pubblico di internet alla consapevolezza dei rischi strettamente
connessi all’uso della rete, il tutto supportato da un adeguato
controllo da parte di ognuno di noi al momento della messa in
circolazione dei nostri dati personali. Il tema dell’educazione di
Internet è fondamentale, non ha distinzioni di età, è in continua
evoluzione con il passare del tempo e dei cambiamenti della società
che lo circonda , perché tutti ormai di questi tempi usufruiamo
della rete come un servizio senza il quale ci troveremmo di fatto
disorientati. Oggi il 69% degli italiani hanno una connessione ad
internet, di questa percentuale una piccola fetta la occupano i
bambini che cominciano a navigare sin da età precoce, esempio
tangibile in tal senso sono i social network. Per questo non si può
più far a meno di un’educazione precisa che guidi l’attività di
ogni fruitore su Internet, che dia le linee guida necessarie per non
incappare in malfunzionamenti o in reati veri e propri reati, (ad
esempio) la diffamazione. Soprattutto i social media sono un
importante campo sul quale approfondire il tema dell’educazione:
oggi viviamo in una dimensione dove è il social, la rete, a
costruire e disporre il mondo in cui viviamo, con i ragazzi che sono
sempre più diventati iperconnessi, preferendo il web, i post oppure
o la chat per scambiarsi e dare visibilità a contenuti a volte utili
alla stessa formazione di chi ne viene a contatto, altre volte invece
serbatoi per contenuti violenti oppure osceni. I giovani di oggi
possono essere indicati come la “generazione digitale” ( o
“digital nativies” nella lingua ufficiale di internet, cioè
l’inglese”) internet rappresenta un po’ il pane quotidiano de
ragazzi di oggi, un utile strumento e occasione per conoscere,
divertirsi comunicare, aggiornarsi. Allo stesso tempo però, Internet
diventa anche una’ ipotetica “trappola” poiché l’attrazione
stessa esercitata dal web, soprattutto sugli utenti più piccoli,
nasconde anche a distanza di solo qualche clic pornografia, gioco
d’azzardo, messaggi d’odio e di violenza: pensiamo a come ad
esempio come nel recentissimo passato tanti video sull’esecuzioni
da parte del gruppo terroristico Isis sono stati offerti al pubblico
quasi fossero programmi di intrattenimento, con un semplice clic su
you-tube, oppure alla moda documentata anche da un’indagine del
quotidiano La Repubblica, che porta il nome di “sexting” e che
consiste nel postare video o fotto su piattaforme come i social
network semplicemente per attirare le attenzioni, oppure accrescere
il numero di visualizzazioni dei propri video, a volte addirittura
invece per semplice vendetta ai danni dell’ex fidanzato o
fidanzata, fenomeno sempre più in aumento soprattutto tra i
giovanissimi ma anche tra gli adulti, come riporta il Fatto
Quotidiano in un articolo in cui riporta il rischio di condanna fino
a venti anni di carcere per uno sviluppatore di blog, tale Kevin
Bollaert, reo di aver gestito un sito (ugotposted.com) sul quale era
possibile postare e svelare a tutto il mondo della rete, materiale
hard raccolto in precedenza per punire e ridicolizzare il partner che
aveva deciso di troncare il rapporto. E’ necessario quindi che gli
stessi genitori, benché spesso siano gli stessi ad avere meno
conoscenza rispetto ai figli dell’uso di internet, ad avere un
controllo mirato ed efficace sull’attività dei loro stessi ragazzi
quando sono online. Sono gli stessi adulti che devono fissare e
occuparsi della crescita e dell’educazione dei propri figli su
internet sena lasciare che se la cavino da soli, mostrando ad esempio
quali siano i lati positivi e negativi della rete, magari ponendo il
computer in un luogo visibile da dove controllare a distanza il
raggio di navigazione. Proprio per semplificare l’attività di
controllo da parte dei genitori sull’attività in rete del bambino,
la compagnia telefonica 3 si
è dotata di un software chiamato Antivirus Security Suite contiene
la funzionalità di Controllo Genitori:
attraverso questo pacchetto (ad esempio) si può impostare sia limiti
di tempo di navigazione che limiti di categoria, prevenendo quindi
qualsiasi tipo di entrata a contatto con siti violenti, pornografici
o quant’altro. Imponendo inoltre limiti di tempo, è possibile
anche evitare all’adolescente stesso una costante dipendenza dal
computer, che lo porti con il passare del tempo ad assumere
comportamenti asociali. Navigando su internet, ancora nel caso dei
bambini o adolescenti, si può tranquillamente imbattersi nella
ricezione di e-mail di spam, oppure partecipare anche a chat room:
queste sono a volte le più pericolose (non a caso la maggior parte
degli ultimi casi di pedopornografia hanno trovato terreno fertile su
cui evolversi grazie a Facebook) occorre pattuire determinate regole
come il non rendere mai conto del proprio nome vero, non scambiare
mai indirizzo o numero di cellulare o inviare fotografie, visto che
dietro a qualsiasi “amico” del social network o attore della chat
in questione, non si sa mai chi può celarsi. Finora abbiamo per lo
più focalizzato l’attenzione sull’educazione e l’accompagnamento
alla crescita dei bambini, ora invece analizziamo la situazione nella
fase adolescenziale: innanzitutto, è chiaro che un ragazzo compreso
tra i 13 e i 18-19 anni, chiedono agli stessi genitori maggiore
spazio e più intimità, queste richieste ovviamente non possono non
toccare anche l’utilizzo della rete. In questa fase della vita del
giovane utente è importante allora affrontare il tema del download
illegale di musica e film coperti dal diritto d’autore, azione
apparentemente banale ma che mette in realtà in pericolo la propria
privacy o la sicurezza dello stesso computer, facilitando la
diffusione di virus e spyware attraverso reti popolari che gli stessi
ragazzi frequentano per condividere le ultime mode di musica e film.
Altro importante tema è certamente quello del “cyber-bullismo”:
anche solo per avere pochi minuti di fama, molti ragazzi filmano
atteggiamenti da vandalo o vere e proprie aggressioni postandole poi
su siti come You-tube, e, una volta inserito il video, diventa
praticamente impossibile interromperne la diffusione. Ecco perché a
mio avviso, serve un interconnessione e una collaborazione massima
tra quelli che sono i genitori, le istituzioni scolastiche attraverso
corsi specializzati a cui possano partecipare nell’orario
scolastico i ragazzi e nell’orario serale gli adulti, corsi che
diano indicazioni utili sia su come evitare di commettere molestie e
altri crimini online sia come comportarsi in caso si diventi vittima
di spiacevoli situazioni sul web, senza tralasciare le giuste
indicazioni grazie alle quali salvaguardare il più possibile la
propria privacy e quella della propria famiglia. Per quanto riguarda
in particolar modo la scuola, sono state tante le iniziative
adottate, conducendo una breve ricerca, ad esempio l’istituto
comprensivo statale “Novella Cantarutti” di Azzano Decimo ha
dedicato una propria pagine dal suo sito web al problema
dell’educazione su internet, intitolando la sezione con “Educare
ad un utilizzo consapevole di Internet”, e inserendo il documento
in pdf . Da annotare anche un’altra grande iniziativa che sta
andando ancora avanti , ovvero il progetto Trool, sposato dalla
maggior parte delle regioni italiane, prima tra tutte la Toscana,
nato appunto per promuovere l’uso sicuro e consapevole di internet
soprattutto nella fascia di età che va dai ragazzi delle scuole
elementari ai primi due anni delle scuole medie, attraverso
laboratori didattici e interventi formativi per incrementare
conscenze relative allo sviluppo e le vaie dinamiche di internet. La
bontà del progetto Trool è indubbia, ma iniziative di questo tipo
andrebbero perfezionate o quanto meno allagate ad una fascia di età
che comprenda anche i ragazzi delle scuole superiori, che certo
navigano anche più dei propri “colleghi” delle scuole inferiori.
Alla fine del progetto Trool ( che è possibile consultare sul sito
www.cittàsostenibili.minori.it ), sono stati infatti, moltissimi i
docenti che hanno considerato formativa l’esperienza, evidenziando
un accrescimento delle proprie conoscenze nel proprio bagaglio
culturale, schierandosi favorevolmente anche alla proposta di
ripetere il progetto anche l’anno successivo, per questo penso che
un progetto come questo debba essere allargato ancor più di quelle
che sono le sue dimensioni attuali. Per quanto riguarda nello
specifico il caso dei nuovi media, l’associazione “Save the
children” ha proposto come artefice di una guida per genitori ,
intitolata “Educazione e nuovi media”, tesa a proporre delle
piste educative che aiutino i genitori stessi a ad orientare bambini
o adolescenti ad un comportamento responsabile nell’utilizzo dei
nuovi media: in tal senso, la stessa associazione nella parte
introduttiva dell’opera, spiega come la miglior “pista” da
seguire sia quella del costante dialogo con gli adulti, allo scambio
di esperienze varie con loro, sollecitando sempre dubbi, riflessioni
e curiosità.
COSA SI POTREBBE MIGLIORARE
L’articolo si presenta chiaro, e abbraccia molteplici
aspetti collegati all’educazione. Il punto importante che si
potrebbe aggiungere o meglio mettere in evidenza, è che una corretta
educazione porta a favorire una sviluppo del pensiero critico,
condizione indispensabile per dare vita ad un dibattito su più
fronti teso al miglioramento e alla crescita, oltre che ovviamente
tutelare e promuovere allo stesso tempo principi, codici e
convenzioni che sono minoritarie nella società, favorendo il
rispetto alle delle diversità biologiche e culturale, evitando
quindi di cadere in spiacevoli episodi di razzismo. Altra proposta
già emersa implicitamente nel corso del testo, quella di favorire e
promuovere collaborazioni e progetti tesi ad educare sin dall’età
infantile, ad un uso corretto dal momento in cui si diventa fruitore
di internet. In fin dei conti come diceva Bruno Misfeari “ogni
uomo è figlio dell’educazione e dell’istruzione che riceve da
fanciullo”
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