martedì 17 febbraio 2015

Articolo 13 - Diritto all'educazione

commento di Luca Tosti

Lo scorso 13 ottobre è stata pubblicata in seguito al termine dei lavori della Commissione istituita dalla presidente della Camera Laura Boldrini, presieduta da professor Rodotà e composta paritariamente da esperti del settore e parlamentari, la bozza della Dichiarazione dei Diritti di Internet. Il documento, oggetto di consultazione pubblica dal 27 ottobre passato, è nato dal bisogno sempre più forte di tutelare il fruitore di un vasto mondo come Internet e allo stesso tempo per il fatto di diversificare questo grande e nuovo strumento dagli altri media e attraverso cui ci informiamo o comunque ci serviamo per diversi motivi nella vita quotidiana. La Carta è composta da un preambolo e 14 articoli che spaziano dal Diritto di accesso, a quello riguardante la Tutela dei dati personali, dal Diritto all’Identità a quello all’anonimato, passando per il diritto all’Oblio fino ad arrivare a quello che in questo elaborato prenderemo in esame in maniera approfondita, ovvero l’Articolo 13 riguardante il Diritto all’Educazione. Nel preambolo della “Carta”, si spiega come Internet abbia rivoluzionato in toto il mondo della comunicazione e della gestione delle informazioni che circolano nella rete, abbattendo o meglio, ridefinendo, lo spazio pubblico con quello privato , modificando l’organizzazione stessa del lavoro, garantendo un intervento diretto e immediato degli stessi fruitori all’interno della sfera pubblica. Internet, in quanto risorsa globale, deve essere dunque regolato basandosi su fattori imprescindibili come la libertà di manifestazione del pensiero, uguaglianza, la diversità e il rispetto della persona affinchè sia garantito al meglio il funzionamento democratico dell’intero sistema. Andiamo quindi a concentrarci come anticipato precedentemente su uno degli articoli che compongono il testo, ovvero l’Articolo 13.

Di cosa parla l’Articolo 13 della Carta, e il perchè della sua importanza
L’Articolo 13 della Dichiarazione dei Diritti di Internet chiarisce come ogni persona abbia il diritto di acquisire le giuste capacità per poter utilizzare Internet nel più consapevole dei modi , in maniera attiva e alo stesso tempo, cosa non meno importante, utilizzarlo in maniera corretta e nel rispetto pieno delle regole e degli altri fruitori che hanno accesso alla rete. Questo punto della Dichiarazione costituisce come si legge dallo stesso testo, un elemento essenziale per garantire l’effettività del diritto di accesso e della tutela delle persone, l’Educazione in Internet è inoltre promosso e dalla istituzioni stesse attraverso attività rivolte sia agli studenti e all’intero sistema scolastico in generale, come anche agli adulti, fino a toccare anche le imprese che sempre più hanno a che fare con Internet nello svolgere il proprio mestiere. Saper capire e utilizzare al meglio una grande risorsa come Internet è fondamentale al fine di garantire equità e pari opportunità di crescita individuale e collettiva, un riequilibrio del potere sulla rete tra vari soggetti come cittadini, istituzioni o attori economici. Con l’inserimento del Diritto dell’educazione si spera anche di prevenire discriminazioni e comportamenti lesivi delle libertà altrui.
Questo punto è davvero quello più cruciale di tutta la carta dei diritti: La frontiera più reale, la più sentita, quella con cui più spesso il fruitore o la giustizia italiana si trova a fare i conti è l’educazione, che di questi tempi si può definire come vera e propria “etica informatica”, che porti ad istruire il pubblico di internet alla consapevolezza dei rischi strettamente connessi all’uso della rete, il tutto supportato da un adeguato controllo da parte di ognuno di noi al momento della messa in circolazione dei nostri dati personali. Il tema dell’educazione di Internet è fondamentale, non ha distinzioni di età, è in continua evoluzione con il passare del tempo e dei cambiamenti della società che lo circonda , perché tutti ormai di questi tempi usufruiamo della rete come un servizio senza il quale ci troveremmo di fatto disorientati. Oggi il 69% degli italiani hanno una connessione ad internet, di questa percentuale una piccola fetta la occupano i bambini che cominciano a navigare sin da età precoce, esempio tangibile in tal senso sono i social network. Per questo non si può più far a meno di un’educazione precisa che guidi l’attività di ogni fruitore su Internet, che dia le linee guida necessarie per non incappare in malfunzionamenti o in reati veri e propri reati, (ad esempio) la diffamazione. Soprattutto i social media sono un importante campo sul quale approfondire il tema dell’educazione: oggi viviamo in una dimensione dove è il social, la rete, a costruire e disporre il mondo in cui viviamo, con i ragazzi che sono sempre più diventati iperconnessi, preferendo il web, i post oppure o la chat per scambiarsi e dare visibilità a contenuti a volte utili alla stessa formazione di chi ne viene a contatto, altre volte invece serbatoi per contenuti violenti oppure osceni. I giovani di oggi possono essere indicati come la “generazione digitale” ( o “digital nativies” nella lingua ufficiale di internet, cioè l’inglese”) internet rappresenta un po’ il pane quotidiano de ragazzi di oggi, un utile strumento e occasione per conoscere, divertirsi comunicare, aggiornarsi. Allo stesso tempo però, Internet diventa anche una’ ipotetica “trappola” poiché l’attrazione stessa esercitata dal web, soprattutto sugli utenti più piccoli, nasconde anche a distanza di solo qualche clic pornografia, gioco d’azzardo, messaggi d’odio e di violenza: pensiamo a come ad esempio come nel recentissimo passato tanti video sull’esecuzioni da parte del gruppo terroristico Isis sono stati offerti al pubblico quasi fossero programmi di intrattenimento, con un semplice clic su you-tube, oppure alla moda documentata anche da un’indagine del quotidiano La Repubblica, che porta il nome di “sexting” e che consiste nel postare video o fotto su piattaforme come i social network semplicemente per attirare le attenzioni, oppure accrescere il numero di visualizzazioni dei propri video, a volte addirittura invece per semplice vendetta ai danni dell’ex fidanzato o fidanzata, fenomeno sempre più in aumento soprattutto tra i giovanissimi ma anche tra gli adulti, come riporta il Fatto Quotidiano in un articolo in cui riporta il rischio di condanna fino a venti anni di carcere per uno sviluppatore di blog, tale Kevin Bollaert, reo di aver gestito un sito (ugotposted.com) sul quale era possibile postare e svelare a tutto il mondo della rete, materiale hard raccolto in precedenza per punire e ridicolizzare il partner che aveva deciso di troncare il rapporto. E’ necessario quindi che gli stessi genitori, benché spesso siano gli stessi ad avere meno conoscenza rispetto ai figli dell’uso di internet, ad avere un controllo mirato ed efficace sull’attività dei loro stessi ragazzi quando sono online. Sono gli stessi adulti che devono fissare e occuparsi della crescita e dell’educazione dei propri figli su internet sena lasciare che se la cavino da soli, mostrando ad esempio quali siano i lati positivi e negativi della rete, magari ponendo il computer in un luogo visibile da dove controllare a distanza il raggio di navigazione. Proprio per semplificare l’attività di controllo da parte dei genitori sull’attività in rete del bambino, la compagnia telefonica 3 si è dotata di un software chiamato Antivirus Security Suite contiene la funzionalità di Controllo Genitori: attraverso questo pacchetto (ad esempio) si può impostare sia limiti di tempo di navigazione che limiti di categoria, prevenendo quindi qualsiasi tipo di entrata a contatto con siti violenti, pornografici o quant’altro. Imponendo inoltre limiti di tempo, è possibile anche evitare all’adolescente stesso una costante dipendenza dal computer, che lo porti con il passare del tempo ad assumere comportamenti asociali. Navigando su internet, ancora nel caso dei bambini o adolescenti, si può tranquillamente imbattersi nella ricezione di e-mail di spam, oppure partecipare anche a chat room: queste sono a volte le più pericolose (non a caso la maggior parte degli ultimi casi di pedopornografia hanno trovato terreno fertile su cui evolversi grazie a Facebook) occorre pattuire determinate regole come il non rendere mai conto del proprio nome vero, non scambiare mai indirizzo o numero di cellulare o inviare fotografie, visto che dietro a qualsiasi “amico” del social network o attore della chat in questione, non si sa mai chi può celarsi. Finora abbiamo per lo più focalizzato l’attenzione sull’educazione e l’accompagnamento alla crescita dei bambini, ora invece analizziamo la situazione nella fase adolescenziale: innanzitutto, è chiaro che un ragazzo compreso tra i 13 e i 18-19 anni, chiedono agli stessi genitori maggiore spazio e più intimità, queste richieste ovviamente non possono non toccare anche l’utilizzo della rete. In questa fase della vita del giovane utente è importante allora affrontare il tema del download illegale di musica e film coperti dal diritto d’autore, azione apparentemente banale ma che mette in realtà in pericolo la propria privacy o la sicurezza dello stesso computer, facilitando la diffusione di virus e spyware attraverso reti popolari che gli stessi ragazzi frequentano per condividere le ultime mode di musica e film. Altro importante tema è certamente quello del “cyber-bullismo”: anche solo per avere pochi minuti di fama, molti ragazzi filmano atteggiamenti da vandalo o vere e proprie aggressioni postandole poi su siti come You-tube, e, una volta inserito il video, diventa praticamente impossibile interromperne la diffusione. Ecco perché a mio avviso, serve un interconnessione e una collaborazione massima tra quelli che sono i genitori, le istituzioni scolastiche attraverso corsi specializzati a cui possano partecipare nell’orario scolastico i ragazzi e nell’orario serale gli adulti, corsi che diano indicazioni utili sia su come evitare di commettere molestie e altri crimini online sia come comportarsi in caso si diventi vittima di spiacevoli situazioni sul web, senza tralasciare le giuste indicazioni grazie alle quali salvaguardare il più possibile la propria privacy e quella della propria famiglia. Per quanto riguarda in particolar modo la scuola, sono state tante le iniziative adottate, conducendo una breve ricerca, ad esempio l’istituto comprensivo statale “Novella Cantarutti” di Azzano Decimo ha dedicato una propria pagine dal suo sito web al problema dell’educazione su internet, intitolando la sezione con “Educare ad un utilizzo consapevole di Internet”, e inserendo il documento in pdf . Da annotare anche un’altra grande iniziativa che sta andando ancora avanti , ovvero il progetto Trool, sposato dalla maggior parte delle regioni italiane, prima tra tutte la Toscana, nato appunto per promuovere l’uso sicuro e consapevole di internet soprattutto nella fascia di età che va dai ragazzi delle scuole elementari ai primi due anni delle scuole medie, attraverso laboratori didattici e interventi formativi per incrementare conscenze relative allo sviluppo e le vaie dinamiche di internet. La bontà del progetto Trool è indubbia, ma iniziative di questo tipo andrebbero perfezionate o quanto meno allagate ad una fascia di età che comprenda anche i ragazzi delle scuole superiori, che certo navigano anche più dei propri “colleghi” delle scuole inferiori. Alla fine del progetto Trool ( che è possibile consultare sul sito www.cittàsostenibili.minori.it ), sono stati infatti, moltissimi i docenti che hanno considerato formativa l’esperienza, evidenziando un accrescimento delle proprie conoscenze nel proprio bagaglio culturale, schierandosi favorevolmente anche alla proposta di ripetere il progetto anche l’anno successivo, per questo penso che un progetto come questo debba essere allargato ancor più di quelle che sono le sue dimensioni attuali. Per quanto riguarda nello specifico il caso dei nuovi media, l’associazione “Save the children” ha proposto come artefice di una guida per genitori , intitolata “Educazione e nuovi media”, tesa a proporre delle piste educative che aiutino i genitori stessi a ad orientare bambini o adolescenti ad un comportamento responsabile nell’utilizzo dei nuovi media: in tal senso, la stessa associazione nella parte introduttiva dell’opera, spiega come la miglior “pista” da seguire sia quella del costante dialogo con gli adulti, allo scambio di esperienze varie con loro, sollecitando sempre dubbi, riflessioni e curiosità.

COSA SI POTREBBE MIGLIORARE
L’articolo si presenta chiaro, e abbraccia molteplici aspetti collegati all’educazione. Il punto importante che si potrebbe aggiungere o meglio mettere in evidenza, è che una corretta educazione porta a favorire una sviluppo del pensiero critico, condizione indispensabile per dare vita ad un dibattito su più fronti teso al miglioramento e alla crescita, oltre che ovviamente tutelare e promuovere allo stesso tempo principi, codici e convenzioni che sono minoritarie nella società, favorendo il rispetto alle delle diversità biologiche e culturale, evitando quindi di cadere in spiacevoli episodi di razzismo. Altra proposta già emersa implicitamente nel corso del testo, quella di favorire e promuovere collaborazioni e progetti tesi ad educare sin dall’età infantile, ad un uso corretto dal momento in cui si diventa fruitore di internet. In fin dei conti come diceva Bruno Misfeari “ogni uomo è figlio dell’educazione e dell’istruzione che riceve da fanciullo”

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